Martedì scorso, 20 aprile, è morto Giancarlo Cerini. Aveva settant’anni, compiuti il giorno prima.
La notizia ha gettato il mondo della scuola in una profonda tristezza. Moltissime persone avevano incontrato Cerini nella sua infaticabile attività di formatore e studioso, sempre in giro per l’Italia, sempre pronto a promuovere nuove iniziative. E molte di più lo conoscevano “di fama”, per il grande contributo dato alla scuola in tutta la sua vita: prima maestro elementare, poi direttore didattico, infine ispettore del Ministero dell’Istruzione (“ispettorecerini” diceva il suo indirizzo email), aveva partecipato a diversi passaggi cruciali della nostra politica scolastica: gli Orientamenti per la scuola dell’infanzia del 1991, le Indicazioni nazionali del primo ciclo (2012) e soprattutto le norme sul Sistema integrato 0-6 anni (2017), la “sua creatura”, che ha seguito costantemente, fino alla fine, con il lancio delle Linee pedagogiche del sistema integrato 0-6 anni, di queste ultime settimane. E poi ci sono le sue numerose pubblicazioni, e in particolare le riviste da lui dirette, la Rivista dell’istruzione, che resiste in formato cartaceo (cosa di cui andava molto orgoglioso) e Scuola7, un importante settimanale online (www.scuola7.it).
Il gruppo Condorcet, che Cerini aveva seguito con simpatia e qualche giusta critica fin dall’inizio, e di cui ha generosamente ospitato i contributi nelle sue riviste, si unisce alla tristezza di tutti e lo ricorda con affetto.
Pubblichiamo di seguito tre brevi ricordi personali.
Marco Campione
Giancarlo Cerini era un uomo di scuola.
Poche persone come lui sapevano coniugare sguardo lungo, curiosità per le innovazioni e cura non nostalgica a una intramontabile idea di scuola ancorata a valori che alcuni, sbagliando, definirebbero d’altri tempi.
Lo conoscevo di fama da molto prima di andare a lavorare al Ministero. Mi è bastato incontrarlo un paio di volte per capire quanto quella fama fosse meritata. Abbiamo lavorato insieme sulla Legge 107/2015: nella fase di scrittura ci mandava piccole note pregne di proposte e idee che solo in parte purtroppo sono sopravvissute all’istinto di conservazione del “sistema”. Abbiamo lavorato insieme sulla riforma dell’anno di prova, sul sistema integrato 0-6 e su tanto altro che ora nemmeno ricordo. Si deve a lui e ad Alessandra Rucci uno dei contributi più stimolanti di Liberare la scuola. Vent’anni di scuole autonome, il volume che ho curato insieme a Emanuele Contu per il Mulino.
Il suo ultimo messaggio cominciava così: “Ciao Marco, vorrei smuovere le acque sulla questione ‘carriera’ dei docenti. Mi serve il tuo aiuto…” E c’è tutto Giancarlo in quel messaggio: smuovere le acque, perché questo faceva; mi serve il tuo aiuto, lui che certo non ne aveva bisogno, e certamente non da me; la carriera, perché sapeva individuare i nodi cruciali da aggredire più di chiunque altro.
Giancarlo era un uomo di scuola. E la scuola ne sentirà profondamente la mancanza. Da oggi siamo tutti più poveri.
Paolo Fasce
Ho incontrato Giancarlo Cerini solo recentemente. Naturalmente lo conoscevo per fama e ne avevo stima per quello che di lui avevo letto ma, grazie alla mediazione di Raffaele Iosa, sono riuscito a coinvolgerlo nel primo webinar della serie “La didattica della vicinanza inclusiva”. Tante volte, nei miei articoli e nei miei contributi, ho scritto che “innovazione” è realizzare ciò che cento, cinquanta, trent’anni fa era già chiaro alla pedagogia della scuola che, almeno negli ultimi decenni, è stata incarnata da Giancarlo Cerini. Per questo mi sento di assicurare il mio contributo futuro nel farmi parte attiva, senza pessimismi e con l’ottimismo della volontà, anche in seno al gruppo Condorcet, in merito alla prosecuzione di queste battaglie. Inutile celebrare Giancarlo Cerini con belle parole, meglio raccogliere il testimone. Naturalmente assieme a tanti altri per condividere l’onere.
Mauro Piras
Per lungo tempo, Giancarlo Cerini è stato per me un’autorità del mondo della scuola. Lo avevo sentito a qualche corso di formazione o congresso a Torino, ne sentivo parlare, ogni tanto leggevo qualcosa di suo. Sentivo intorno a me la stima di cui godeva. Poi l’ho conosciuto, nel 2015, al tavolo della Legge 107 per la delega alla valutazione (il futuro D.Lgs. 62/2017). Lui era presente quel giorno per occuparsi di diverse cose, e ha fatto un ricco intervento conclusivo. Ma nella discussione dei gruppi si è seduto al tavolo della valutazione e ha lavorato con noi. Ha seguito ogni intervento con attenzione, prendendo appunti, ha discusso alla pari con tutti.
Poi per lungo tempo non ho avuto altre occasioni di incontrarlo. Finché all’improvviso mi arriva una mail: “sono l’ispettore scolastico Giancarlo Cerini…”. Mi propone di scrivere un articolo per la Rivista dell’istruzione. La cosa sorprendente di quella mail è il tono: si presenta, mi spiega chi è, che cosa ha fatto, con grande modestia. Da lì è iniziata una collaborazione intensa, fino alla fine. Mi ha chiesto diversi articoli per la Rivista, e per Scuola7, a volte all’ultimo momento, scusandosi. Per me era sempre un piacere scriverli, per la serietà e l’apertura intellettuale di queste riviste, per la discussione con lui: era sempre curioso, e sempre aperto alle soluzioni più innovative, se servivano. Ma concreto, un conoscitore raffinato della macchina amministrativa e dei dettagli della vita scolastica, quindi capace di trovare soluzioni realizzabili. Ho partecipato a una chat di lavoro, politica, in cui era presente, e in cui ha dato enormi contributi: messaggi sintetici in cui riusciva a trasmettere una visione. Durante la pandemia, ha inviato molti suggerimenti sull’organizzazione del rientro in aula a settembre, purtroppo non seguiti. Li avevo copiati in un file, perché sono modelli su cui riflettere, anche oltre l’emergenza. Ne riporto solo uno, di forte valore didattico: “Occorre pensare a una organizzazione per gruppi di apprendimento, uscendo dallo schema amministrativo delle classi” (31 maggio 2020).
Ci siamo incontrati una seconda volta, l’ultima purtroppo, nel gennaio del 2020 a Modena, a un convegno sull’Educazione civica, in cui veniva presentato il volume da lui curato Competenza è cittadinanza. Idee, fonti, proposte operative, pubblicato da Maggioli. Abbiamo parlato molto, di vari progetti; pensavamo di sollecitare una iniziativa politica di ampio respiro, in un momento in cui la politica scolastica si stava impantanando in una pratica di piccolo cabotaggio. Mi ha lasciato un bel ricordo, di queste conversazioni intense, di Modena stupenda nel sole di gennaio.