La verità, vi prego, sulle scuole: la riflessione di un docente alle prese con il dibattito sulla scuola

Francesco Rocchi, docente di lettere in Toscana, ritorna sul dibattito nato intorno alla scuola e cerca di offrire la sua prospettiva di insegnante.

Sulla scuola quest’anno c’è stato un ampio impegno da parte dei nostri editorialisti ed intellettuali, ma nonostante i toni allarmati delle polemiche, bisogna francamente dire che gli argomenti, anche stavolta, sono rimasti gli stessi di sempre.

Come insegnante, trovo che i contributi di Ernesto Galli della Loggia o Corrado Augias o altri come loro siano stati praticamente nulli. Augias pontifica perché s’è fatto raccontare la scuola da qualche amico (che gli racconta bugie), Della Loggia non si è mai avvicinato a meno di qualche chilometro da una scuola ma pensa di sapere che effetto farebbero le pedane in classe. D’altra parte non riesco a ritrovarmi neanche in interventi ideologici di sinistra come quelli di Raimo, che rimpiange di non poter fare lezione dal ponte della Potemkin. E’ vero che questo è il Paese in cui si strologa su ogni cosa a prescindere, ma alla fine tutto questo chiacchiericcio risulta fastidioso.

La domanda che mi faccio quindi è la seguente: perché tutti quegli anodini (e trasversali) luoghi comuni hanno tanto successo e tanta fatica fanno a contrastarli quelli che invece vorrebbero fare della scuola qualcosa di meno pittoresco, ma più utile ed efficiente?

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Immagine: Wikimedia Commons