Mariangela Caprara, docente di Latino e Greco a Firenze, analizza per il Mulino la seconda prova scritta dell’Esame di Stato nel liceo classico, che nella sua nuova formula “mista” ha proposto materiali di tipo storiografico.
Il grande pubblico che segue ciclicamente sui quotidiani la saga dell’esame di Stato, emozionandosi particolarmente per il liceo classico, quest’anno sarà rimasto spiazzato dal testo offerto agli studenti come traccia. Benché infatti l’autore fosse ben noto, il testo non conteneva un elogio della virtù, o dell’amicizia, o della filosofia, né un inno a tutti i più eccelsi beni spirituali che l’humanitas racchiude e dischiude solo a chi fa il classico, ma piuttosto il contrario: lo squallore, la feccia, ventitré soldati (23!) che acclamano un usurpatore impaurito dalla stessa circostanza di esserlo, con il comandante dell’accampamento che non reagisce, vile, vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro, in una situazione di cui mi sarebbe piaciuto conversare con Manzoni in persona – e avremmo passato ore molto divertenti.
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