Concorso straordinario

Paolo Fasce ragiona per Il Secolo XIX dei limiti del modello concorsuale, ancor più se straordinario

In uno scritto nel quale mi viene chiesto come integrare nella didattica studenti con bisogni educativi speciali, scriverò tante belle parole sulle didattiche attivistiche, ma quando entro in classe nessuno mi impedirà di fare sempre e soltanto lezioni frontali. Probabilmente quelle che ho sempre fatto. L’introduzione della prova orale è un passo senz’altro necessario, ma non sufficiente. In una prova orale la Commissione si può rendere conto se si ha di fronte uno squilibrato che sa scrivere, ma in siffatta prova, una persona intelligente continuerà a raccontare quello che la commissione vuole sentirsi dire, per poi fare liberamente l’opposto. Beninteso, la cosa vale anche nel caso in cui ci sia una simulazione di lezione che verrà apparecchiata secondo la pedagogia e la didattica più avanzata, ma in classe si vedrà, perlopiù, solo una lezione frontale.